Non serve a molto profondersi in paragoni arditi, pubblicitari, in fondo anche un po’ stantii: “un Kafka in salsa turca”, “il nuovo autore turco, dopo Pamuk” e via dicendo. Hasan Ali Toptaş, non è né Kafka né Pamuk, è Hasan Ali Toptaş e ha forza abbastanza per tenersi in piedi da solo come scrittore, senza bisogno di stampelle.
Impronte è un libro di rara bellezza, mostra una scrittura vivissima, una lingua magica capace di far compiere traiettorie impreviste al filo dell’attenzione. Lungo una trama leggera, ma non banale, Toptaş sviluppa il ventaglio del suo estro letterario, della sua sensibilità accesa, della sua preziosissima compostezza e misura stilistica.
La città, il villaggio, il confine: sono tre parole chiave per leggere la Turchia e sono gli assi spaziali e geografici attorno cui ruota Impronte. La città da cui fugge Ziya, il protagonista; il villaggio quieto e sereno a cui aspira; il confine siriano che lo pungola nella memoria del tempo in cui, nella Naja, conobbe l’amico Kenan.
Hasan Ali Toptaş, con grande maestria e delicatezza, sa raccontare tutti e tre questi elementi, con quadri realistici e poetici al contempo: splendido il racconto dell’esplosione urbanistica di Istanbul, veicolato dalle parole di un’anziana prostituta; ossessivo ed efficace il racconto del servizio militare passato da Ziya a pattugliare il confine con la Siria – confine che negli ultimi tempi è venuto tristemente all’ordine del giorno internazionale, ma che nella storia turca ha sempre rappresentato una spina nel fianco, un colabrodo poroso attraverso cui si muovevano i contrabbandieri e i combattenti curdi. Nel buio del deserto siriano, dove si muovono indistinte le figure dei contrabbandieri e risuonano gli ululati dei soldati di vedetta, sembra muoversi qualcosa di più profondo; quel buio in qualche modo sembra uno specchio. Il servizio militare genera però un fiore, l’amicizia fra Kenan e Ziya. Il che ci porta al villaggio infine, immagine paradisiaca e bucolica di primo acchito, ma in realtà ampolla dove distilla il peggio dell’esperienza umana, dove sagome misteriose disturbano l’orizzonte. Nel villaggio di Yazıköy dove Kenan accoglie Ziya dopo trent’anni, fioriscono la diffidenza, il sospetto, la calunnia, e la violenza.
Ma il luogo centrale che nel finale richiama a sé i fili di questo libro, è la scrittura magica di Toptaş, capace di dare corpo agli odori, di materializzare emozioni, di creare dei vuoti per poi riempirli di parole. Una scrittura in cui l’immateriale prende corpo e il materiale si ammanta di un velo magico che confonde e liquefa. È la scrittura, con la giusta dose di anarchia, a condurre la trama, mai viceversa. Toptaş è capace di perdersi dietro ai dettagli, senza essere dispersivo; di sviare dal seminato andando dietro a sogni o a ricordi apparentemente sconnessi, senza mai complicare il percorso della trama.
Impronte racconta molto della Turchia, delle sue ossessioni, delle sue geografie, dei suoi spazi e dei suoi riti; scioglie il nodo di un binomio classico della letteratura turca (quello città/ruralità) o illumina la questione curda, senza quasi nominarla. Ma non è solo questo. L’incontro con Toptaş è folgorante, oltre ad essere un grande narratore è un grande scrittore, acrobata della metafora, chiede abbandono al flusso errante eppure ordinato del suo scrivere. Alcune sue immagini il lettore rischia di ritrovarsele fra le mani, esplose dalla carta, come un origami. La splendida e ispirata traduzione di Giulia Ansaldo (ispiratissima anche la nota di traduzione finale), ci regala in italiano uno scrittore vero. Non si chiama né Kafka, né Pamuk. Si chiama Hasan Ali Toptaş, segnatevelo.
EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE:
Hasan Ali Toptaş, Impronte, Del Vecchio Editore, 2015, Pagine 397 – €18,00. Traduzione di Giulia Ansaldo, Titolo Originale: Heba. Veste Grafica: Maurizio Ceccato.
Hasan Ali Toptaş è nato a Çal, Turchia,il 15 ottobre 1958. Ha all’attivo sei romanzi. Heba è il suo ultimo romanzo pubblicato nel 2013.
Francesco Marilungo, Gennaio 2016.
http://www.lankelot.eu/letteratura/topta%C5%9F-hasan-ali-impronte.html
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